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Il mancato pagamento dei contributi scolastici volontari non può in nessun modo ledere il diritto allo studio

Troviamo inaccettabile il comportamento assunto da alcuni Istituti nei confronti degli alunni le cui famiglie non possono permettersi di pagare i contributi scolastici “volontari”, che raggiungono anche importi di 250-300 Euro.
Secondo quanto ci segnala Skuola.net, infatti, sono moltissimi i genitori che denunciano veri e propri ricatti messi in atto dagli istituti scolastici.
Le minacce nei confronti di chi non paga tali contributi vanno dalla non accettazione della domanda d’iscrizione all’anno successivo alle ripercussioni sul voto in condotta (che, lo ricordiamo, fa media con gli altri voti e può compromettere la promozione).
Il Ministero della Pubblica Istruzione, interpellato a tale proposito, ha confermato che “il mancato pagamento dei contributi non può in alcun caso comportare il diniego della frequenza scolastica, in quanto ciò lederebbe il diritto allo studio costituzionalmente garantito.”
Chiediamo al Ministero, quindi, di adottare provvedimenti concreti e di non limitarsi alle declamazioni nei confronti degli istituti che avanzano minacce in tal senso.
Qualora qualcuna di queste scuole non dovesse sospende immediatamente o mettere in atto le azioni minacciate, inoltre, agiremo per via legale nei confronti degli istituti e del Ministero stesso. 
“Non ammetteremo nessuna discriminazione nei confronti delle famiglie che non sono in grado di provvedere al pagamento di questi onerosi contributi, oltretutto volontari.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. 

 


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